E' NECESSARIO MANDARE A CASA I DIRIGENTI DEL COMUNE DI GELA ?

venerdì 20 marzo 2009

A BUTERA AI CONFINI DELLA CITTA' DI GELA NASCE L'ECOMOSTRO DI PROPRIETA' DELLA ECO 2000 srl con sede a SIRACUSA, FERMIAMOLI ALTRIMENTI MORIREMO TUTTI

Una discarica di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi potrebbe nascere presto in contrada San Nicola, in territorio di Butera, al confine con Gela.Sono duecentomila i metri cubi di materiale che si potranno conferire nell’arco dei 21 anni di vita previsti per l’attività del sito. Solo 71 mila metri cubi il volume riservato ai prodotti ritenuti senza rischio ambientale. La maggior parte dunque dovrebbe riguardare i rifiuti pericolosi.L’azienda che si accinge a costruire la discarica è la Eco 2000 srl di Siracusa. Giovanni Cacioppo, consigliere provinciale dei comunisti italiani, venuto a conoscenza del progetto per il quale la regione ha disposto la valutazione di impatto ambientale, ha presentato una mozione da discutere nel prossimo consiglio. Fa notare che la discarica contrasta con il piano provinciale dei rifiuti speciali e soprattutto ricorda il no dell’assessorato provinciale all’ambiente pronunciato nel 2007, per una zona dove nemmeno i cittadini sono a conoscenza di quello che sta per nascere. Incredibilmente lunga la lista dei materiali inquinanti contenuta nei documenti allegati al progetto. Si va dall’arsenico, al mercurio ai metalli pesanti. Ed ancora: catalizzatori esausti e fanghi contenenti sostanze pericolose, rifiuti di chimica organica, pitture, vernici, smalti, sigillanti, inchiostri e altri residui non conosciuti. Si teme insomma la nascita di un colossale ecomostro in un’area come quella Gelese dichiarata già da tempo ad alto rischio ambientale. Cacioppo che di fare chiarezza. Per questo vuole un dibattito in aula dove la giunta provinciale venga a riferire nei minimi dettagli. Il progetto della discarica risale agli inizi del duemila. Non tutti lo ricorderanno, ma fu lo scomparso consigliere comunale gelese dell’MPA, Rocco Celona, a denunciare per primo il pericolo di una discarica al confine tra Gela e Butera e a parlare del tentativo di forze oscure che intendono trasformare questo territorio in pattumiera della Sicilia.

lunedì 9 marzo 2009

Quotidiano LA SICILIA, DI SICILIA, VIDEO UNO Canale 10 Radio Gela.

Le colture agricole prodotte sui fondi agricoli adiacenti al petrolchimico entro un raggio di almeno 5 km, sono inquinate.

Questi sono i risultati di perizie condotte dai periti della Procura delle Repubblica di Gela che hanno operato nel corso di una lunghissima attività d’indagine inerente ad un procedimento penale che si è appena concluso con l’assoluzione dell’ex dirigente ENI Frediani. Gli inquinanti sono di chiara origine industriale trattandosi prevalentemente di sostanze unicamente riconducibili ad emissioni tipiche delle lavorazioni di petrolio e di pet coke in particolare.

Altri periti durante lo stesso processo hanno dimostrato il nesso fra la tipologia di inquinanti trovati in frutta e verdure e le emissioni dei camini del petrolchimico. Vanadio, nichel, IPA, acido solforico vengono immessi in atmosfera dai camini inquinano l’aria e ricadono sulle piante provocando diversi tipi di traumi alle stesse, con danneggiamento delle produzioni e inquinamento delle derrate alimentari.

L’associazione Aria Nuova, che ha prestato gratuitamente le proprie professionalità ai contadini che hanno denunciato e si è costituita esse stessa parte civile nel processo, non intende accettare così passivamente la sentenza e contesta numerosi vizi di forma durante l’iter processuale e una interpretazione davvero anomala dei risultati delle perizie tecniche. Si attende di prendere visione degli atti e delle motivazioni che hanno indotto il giudice ad una sentenza di questo tipo per decidere come agire per tutelare in primo luogo la salute di tutti i cittadini Gelesi e non e in secondo luogo il lavoro e le produzioni di numerosi agricoltori che nel corso dei 7 anni di processo sono stati ingiustamente accusati di usare pratiche agricole non corrette che hanno generato quella forma di inquinamento.

L’ENI inquina, e questo è ampiamente emerso; i contadini operano indipendentemente l’uno dagli altri e usano tecniche agricole diverse su colture diverse, ma subiscono lo stesso tipo di danni. Questo basta a far pensare che la causa deve necessariamente essere un'altra e qualsiasi cittadino, guardandosi attorno, non troverebbe altra causa se non i camini della Raffineria di Gela. Ma oltre che basandosi su un processo intuitivo, questa verità è venuta fuori con dati chiari!

L’evidenza dell’innocenza dei contadini è attestata anche dall’osservazione che tutti possono constatare, che gli stessi danni denunciati dai contadini sono riscontrabili visibilmente in piante cresciute spontaneamente nella stessa area ma fuori dai fondi coltivati, e quindi immuni da eventuali contaminazioni da fitofarmaci. Qualche esperto consultato dai legali dell’ENI ha anche avanzato il sospetto che alcune forme di inquinamento potessero avere come causa le ceneri dell’ETNA. E su queste i legali dell’imputato hanno basato parte dell’arringa finale.

Aria nuova, per quanto non sorpresa dalla sentenza, si dichiara fortemente delusa. E’ l’ennesimo colpo che cittadini onesti sono costretti a subire sotto gli occhi di tutti. E’ l’ennesima volta in cui il Comune di Gela, la Provincia di Caltanissetta, e le altre istituzioni politiche e Sanitarie, pur portate al corrente dei fatti, non hanno assistito ne in Tribunale ne in altre sedi i cittadini, mostrando l’ormai consueto disinteresse verso tutte quelle tematiche che riguardano la salute pubblica.

A questo punto, visto che a quanto pare i responsabili dell’inquinamento sono gli agricoltori e l’ETNA, è dovere d’ufficio delle autorità procedere contro gli autori dei reati e rimuovere le cause che attentano alla salute Pubblica. Se non lo fanno sono da ritenere complici del reato!

Il Direttivo