E' NECESSARIO MANDARE A CASA I DIRIGENTI DEL COMUNE DI GELA ?

lunedì 9 marzo 2009

Quotidiano LA SICILIA, DI SICILIA, VIDEO UNO Canale 10 Radio Gela.

Le colture agricole prodotte sui fondi agricoli adiacenti al petrolchimico entro un raggio di almeno 5 km, sono inquinate.

Questi sono i risultati di perizie condotte dai periti della Procura delle Repubblica di Gela che hanno operato nel corso di una lunghissima attività d’indagine inerente ad un procedimento penale che si è appena concluso con l’assoluzione dell’ex dirigente ENI Frediani. Gli inquinanti sono di chiara origine industriale trattandosi prevalentemente di sostanze unicamente riconducibili ad emissioni tipiche delle lavorazioni di petrolio e di pet coke in particolare.

Altri periti durante lo stesso processo hanno dimostrato il nesso fra la tipologia di inquinanti trovati in frutta e verdure e le emissioni dei camini del petrolchimico. Vanadio, nichel, IPA, acido solforico vengono immessi in atmosfera dai camini inquinano l’aria e ricadono sulle piante provocando diversi tipi di traumi alle stesse, con danneggiamento delle produzioni e inquinamento delle derrate alimentari.

L’associazione Aria Nuova, che ha prestato gratuitamente le proprie professionalità ai contadini che hanno denunciato e si è costituita esse stessa parte civile nel processo, non intende accettare così passivamente la sentenza e contesta numerosi vizi di forma durante l’iter processuale e una interpretazione davvero anomala dei risultati delle perizie tecniche. Si attende di prendere visione degli atti e delle motivazioni che hanno indotto il giudice ad una sentenza di questo tipo per decidere come agire per tutelare in primo luogo la salute di tutti i cittadini Gelesi e non e in secondo luogo il lavoro e le produzioni di numerosi agricoltori che nel corso dei 7 anni di processo sono stati ingiustamente accusati di usare pratiche agricole non corrette che hanno generato quella forma di inquinamento.

L’ENI inquina, e questo è ampiamente emerso; i contadini operano indipendentemente l’uno dagli altri e usano tecniche agricole diverse su colture diverse, ma subiscono lo stesso tipo di danni. Questo basta a far pensare che la causa deve necessariamente essere un'altra e qualsiasi cittadino, guardandosi attorno, non troverebbe altra causa se non i camini della Raffineria di Gela. Ma oltre che basandosi su un processo intuitivo, questa verità è venuta fuori con dati chiari!

L’evidenza dell’innocenza dei contadini è attestata anche dall’osservazione che tutti possono constatare, che gli stessi danni denunciati dai contadini sono riscontrabili visibilmente in piante cresciute spontaneamente nella stessa area ma fuori dai fondi coltivati, e quindi immuni da eventuali contaminazioni da fitofarmaci. Qualche esperto consultato dai legali dell’ENI ha anche avanzato il sospetto che alcune forme di inquinamento potessero avere come causa le ceneri dell’ETNA. E su queste i legali dell’imputato hanno basato parte dell’arringa finale.

Aria nuova, per quanto non sorpresa dalla sentenza, si dichiara fortemente delusa. E’ l’ennesimo colpo che cittadini onesti sono costretti a subire sotto gli occhi di tutti. E’ l’ennesima volta in cui il Comune di Gela, la Provincia di Caltanissetta, e le altre istituzioni politiche e Sanitarie, pur portate al corrente dei fatti, non hanno assistito ne in Tribunale ne in altre sedi i cittadini, mostrando l’ormai consueto disinteresse verso tutte quelle tematiche che riguardano la salute pubblica.

A questo punto, visto che a quanto pare i responsabili dell’inquinamento sono gli agricoltori e l’ETNA, è dovere d’ufficio delle autorità procedere contro gli autori dei reati e rimuovere le cause che attentano alla salute Pubblica. Se non lo fanno sono da ritenere complici del reato!

Il Direttivo

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